È la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile, colpisce 1 donna su 8, ed ha un tasso di mortalità del 17%. Il tumore al seno risulta essere il tumore più frequente nella popolazione femminile.
Nonostante si siano fatti passi da gigante, dalla fine degli anni settanta ad oggi in termini di sopravvivenza, è tutt’ora una piaga sociale che continua a levare dignità al gentil sesso.
Per capirci il seno è costituito da un insieme di ghiandole e di tessuto adiposo. All’interno troviamo un gruppo di ghiandole mammarie chiamate lobuli, quest’ultime vanno ad unirsi per costituire il lobo, in un seno ci sono circa 15-20 lobi. Il latte materno passa dai lobuli al capezzolo attraverso i dotti galattofori.
Come nasce un tumore?
Il tumore nasce dalla proliferazione incontrollata di alcune cellule (le più frequenti le cellule ghiandolari dei lobuli) che vanno incontro ad un processo neoplastico. Tale tessuto neoplastico può distaccarsi ed invadere tessuti circostanti e trasferirsi mediante il sistema linfatico o sanguigno nei vari organi.
Come si previene il tumore al seno?
La prevenzione primaria e secondaria risultano essere le più potenti armi che abbiamo a disposizione. Controlli periodici dopo i 40 anni con mammografia e visite ecografiche, autopalpazione, un corretto stile di vita ed una buona alimentazione, sono una corazza protettiva contro questo male.
L’alimentazione comporta un significativo apporto difensivo e preventivo contro il tumore ed in questo caso il tumore al seno. Si considera che solo il 30% della comparsa di una neoplasia è direttamente dipesa dal proprio patrimonio genetico, il restante è dato dallo stile di vita, alimentazione in primis. Noi siamo ciò che mangiamo citava, Ludwig Feuerbach, filosofo tedesco del XIX. Noi siamo responsabili delle nostre azioni e soprattutto del cibo che introduciamo giornalmente. Infinite sono le pubblicazioni scientifiche che dimostrano il connubio tra salute e corretta alimentazione. Solo oggi, grazie alla ricerca scientifica, sappiamo che il consumo di carne soprattutto quella rossa, il consumo di grasso animale ed il consumo di zuccheri e farine raffinate, portano a lungo andare ad una serie di patologie cronico degenerative con a capo il cancro. Gli alimenti che possono contrastare l’insorgenza del cancro al seno sono prevalentemente nei vegetali, in particolare quelli che contengono i fitoestrogeni, ormoni vegetali simili agli estrogeni, che dovrebbero venir assunti già in giovane. Quest’ultimi si trovano nella soya, alghe, semi di lino, frutti di bosco, legumi e cereali integrali. Lo si è evinto da uno studio randomizzato nelle popolazioni asiatiche, in cui il consumo giornaliero di tali sostanze, ridurrebbe l’incidenza del tumore al seno. Ma questo vale soltanto per la prevenzione e non per la cura, perché l’uso di fitoestrogeni durante il periodo neoplastico porterebbe un esito avverso alla cura. Si consiglia inoltre il consumo delle crucifere (per intenderci cavoli, broccoli, rape, ravanelli ) agendo in maniera positiva nei confronti del metabolismo ormonale. Bisognerebbe consumare almeno 30-40g di fibra al giorno mangiando cereali integrali come il farro o il riso venere, ricco di fibra ed antocianidi, sostanze con potere antinfiammatorio e antinvecchiamento. Non dovrebbe mancare mai l’olio extravergine d’oliva, meglio spremuto a freddo, ricchissimo in polifenoli, sostanze antinfiammatorie ed anticancro, e costituito dall’acido oleico antiossidante naturale utile pure a contrastare le malattie cardiovascolari.
In poche parole preferire una dieta mediterranea, con un consumo di pesce rimpiazzato da quello carneo ed evitando il consumo di latte e latticini, anch’essi sotto accusa insieme alla carne, dato il loro potere stimolante la formazione di IGF-1, fattore di crescita implicato anche nella formazione neoplastica.
La studio e la ricerca nel settore dell’alimentazione, sono in continua crescita ed in un futuro prossimo, con la nutrigenomica (scienza che studia la correlazione tra alimenti e modifiche del DNA), saremo in grado di curare il tumore a tavola.
Dr. Antonino Marinello Nutrizionista LILT