Il tumore della mammella continua per la donna ad essere il “big killer n.1”. Paradossalmente, nonostante la costante crescita annuale dell’incidenza di questa patologia, si registra tuttavia una sia pur lenta ma continua e progressiva diminuzione della mortalità. E questo grazie ad una sempre più corretta informazione ed una maggiore sensibilizzazione della donna verso la diagnosi precoce, rivelatasi strategicamente determinante e vincente in termini sia di guaribilità, sia di migliore qualità di vita. Si stima che in Italia nel 2018 saranno oltre 52.000 i nuovi casi di cancro della mammella ed abbiamo 3 problematiche da affrontare e risolvere: 1) sviluppo del cancro al seno in età sempre più giovanile; 2) uniforme estensione dello screening senologico; 3) prendersi cura delle oltre 700.000 donne che hanno vissuto l’esperienza cancro, modulando, a livello personale, il relativo follow-up. Nell’ultimo quinquennio l’aumento dell’incidenza del tumore al seno infatti è stata pari ad oltre il 15%. In particolare si è registrato un incremento tra le giovani donne in età compresa tra i 35 ed i 50 anni di circa il 30%. Si tratta di una fascia di età “esclusa” dal programma di screening previsto (per ora) dal Servizio Sanitario Nazionale, riservato alle donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni. Per questo la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), con la sua “campagna Nastro Rosa” ogni anno, nel mese di ottobre, promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita, dedicato al benessere della donna, affinché tutte le donne possano sottoporsi a visite senologiche, consigliando loro a partire dai: 16 – 18 anni praticare l’autoesame mensile; 25 – 30 anni effettuare annualmente una visita senologica con esame ecografico; 40 anni di età effettuare adeguati controlli clinico strumentali (visita senologica, eco – mammografia). Il cancro della mammella non è da considerarsi come singola malattia, presentando comportamento biologico e prognosi differenti. Sicchè identificare correttamente le caratteristiche biomolecolari del tumore apre a nuove possibilità terapeutiche, sempre più appropriate, mirate e personalizzate. La disponibilità oggi sia di terapie innovative, sia di sempre più raffinate tecniche di “imaging”, ha di fatto incentivato le donne a sottoporsi a periodici controlli clinico strumentali per una efficace prevenzione e diagnosi precoce, a garanzia di una salutare longevità. Oggi la guaribilità del cancro del seno è attestata intorno all’80-85% dei casi. Questo significa che il 15-20% delle pazienti che affrontano la malattia non riescono a vincerla. Sappiamo però che la diagnosi precoce di cancro al seno comporterebbe una guaribilità superiore al 95% dei casi. Nel 2022, fra cinque anni, la LILT celebrerà i 100 anni di attività e vorrebbe impegnarsi a raggiungere e celebrare questo traguardo. Che festa sarebbe! Con questo spirito ci sentiamo di dichiarare una guerra vincente nei confronti del cancro. Un inno alla speranza e alla vita in una guerra difficile, non breve, ma certamente vittoriosa se, insieme, sapremo nella concretezza dei fatti prenderci cura di noi stessi e del nostro ambiente. Questo perché oggi conosciamo l’importanza dei fattori di rischio ambientali, essendo il cancro una malattia ambientale su base genetica. Lavoreremo insieme affinché gli oltre 3 milioni di uomini e donne con un vissuto cancro del nostro Paese possano serenamente convivere con questa malattia, al pari di una patologia cronica (paragonabile all’artrosi, al diabete, all’ipertensione) e perché la guaribilità si possa avvicinare sempre più al nostro comune finale obiettivo: mortalità Zero per cancro

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