Infezione da HPV (Papilloma virus) ed infezioni correlate !!! Web editing : Md Claudio Castobello

L’HPV (Human Papilloma Virus) costituisce una famiglia composta da oltre cento varietà diverse divirus. La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne, come le verruche che colpiscono la cute (di mani, piedi o viso) e i condilomi o papillomi che interessano le mucose genitali e orali. La maggior parte delle infezioni genitali da HPV regredisce spontaneamente. Una piccola quota invece, se non trattata, può evolvere lentamente verso una forma tumorale. Il tumore del collo dell’utero è infatti quasi sempre correlato alla presenza dell’HPV.
Che cos’è l’infezione da HPV (Papilloma virus)?
L’infezione da Papilloma virus umano ha effetti molto diversi a seconda del tipo e della famiglia a cui appartiene il ceppo virale con cui si entra in contatto. Generalmente, il virus si replica sfruttando le cellule della cute e delle mucose e promuovendone una crescita eccessiva (iperplasia) che provoca le tipiche formazioni: condilomi e papillomi della cute e delle mucose. Spesso queste escrescenze sono rivestite da uno strato di cheratina (ipercheratosi) tipica di alcune forme dell’infezione.
I tipi più pericolosi di HPV sono, tuttavia, quelli che provocano lesioni a evolutività maligna nellevie respiratorie superiori – laringe, faringe, lingua, tonsille, palato, naso – o ai genitali maschili e femminili – glande, pene, scroto per l’uomo, perineo, vagina, utero, cervice uterina per la donna.
Quali sono le cause dell’infezione da HPV (Papilloma virus)?
L’infezione genitale da Papilloma virus umano si trasmette essenzialmente attraverso i rapporti sessuali: è infatti una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse. È ammesso che la trasmissione possa avvenire anche con un contatto fisico, se ci sono cellule virali attive e se sono presenti lacerazioni, tagli o abrasioni nella pelle e/o mucose. Generalmente, le infezioni più pericolose delle vie respiratorie o del cavo orale si trasmettono attraverso il sesso orale, attraverso il contatto, quindi, tra la mucosa e i genitali.
Le persone che hanno un sistema immunitario particolarmente vulnerabile sono più esposte al rischio di contagio. Con frequenza decisamente inferiore, l’infezione può essere provocata, in alcuni luoghi ove si crei promiscuità (come docce pubbliche, piscine, caserme), dal contatto con superfici in precedenza utilizzate da portatori dell’infezione.
Quali sono i sintomi dell’infezione da HPV (Papilloma virus)?
I sintomi del Papilloma virus umano variano in base al tipo di infezione. Generalmente, i segni più comuni dell’infezione sono le verruche comuni,.plantari,genitali.
Le verruche genitali (definite condilomi) possono essere localizzate sui genitali esterni, all’interno della vagina, intorno o dentro l’ano e sul perineo (la regione cutanea posta tra la vulva e l’ano). Queste lesioni si manifestano come piccole escrescenze, a volte disposte a grappolo, dalla forma che ricorda quella di un cavolfiore. In altri casi le lesioni sono piatte e tendono a sovrapporsi.
La maggior parte delle lesioni causate da HPV sono asintomatiche, ma in alcuni casi, le verruche possono provocare fastidio, prurito o disagio. I ceppi di HPV che provocano il cancro nelle zone genitali, non si manifestano invece attraverso i condilomi, ma con modificazioni asintomatiche a carico delle mucose genitali (tipicamente del collo uterino).
Come prevenire l’infezione da HPV (Papilloma virus)?
Per evitare l’infezione da HPV è importante ricordare alcune semplici regole. Se si frequentano spazi comuni, come spogliatoi o piscine, mantenere i piedi puliti e asciutti e indossare sempre scarpe o ciabattine.
Per evitare la diffusione di verruche dalle mani alla bocca è necessario non mangiarsi le unghie.
La trasmissione dei condilomi genitali si può ridurre, diminuendo i rapporti a rischio, promiscui od occasionali e utilizzando sempre il preservativo (che permette di neutralizzare, se non tutte, le più frequenti modalità di contagio). È importante inoltre curare l’igiene personale.
Le donne sessualmente attive devono sottoporsi periodicamente alla visita ginecologica e al Pap Test, meglio se abbinato alla ricerca del DNA virale.
Da alcuni anni esiste in commercio un vaccino che protegge la cervice uterina dai ceppi più pericolosi di HPV. Studi scientifici ne hanno promosso la somministrazione alla popolazione adolescente di entrambi i sessi, per ridurre il rischio di contagio. Recenti studi sembrerebbero validare l’utilizzo del vaccino anche alla popolazione adulta o già infettata dal virus stesso.
La diagnosi clinica di infezione da HPV viene eseguita dal medico che rileva la presenza delle tipiche lesioni.
La diagnosi delle alterazioni citologiche e/o istologiche (ossia delle cellule o dei tessuti) provocate dai ceppi di HPV potenzialmente oncogeni, viene invece ottenuta attraverso l’esecuzione del Pap Test o di test appositi per la rilevazione del DNA virale. Se necessario, si effettuano biopsie mirate a carico delle mucose genitali, sotto il controllo di un particolare strumento (il colposcopio) che permette la visualizzazione ingrandita dei tessuti esaminati.
È possibile che le lesioni causate da HPV guariscano spontaneamente senza alcun trattamento. È bene sapere però che, anche quando le verruche scompaiono, il virus può essere ancora presentenell’organismo umano.
Le verruche cutanee possono essere trattate con soluzioni topiche a base di acido salicilico oacido tricloroacetico o con creme ad azione antivirale, oppure essere rimosse con trattamenti chirurgici locali (diatermocoagulazione, laser terapia, crioterapia).
I condilomi genitali vengono generalmente vaporizzati attraverso la diatermocoagulazione o i trattamenti laser.
Le lesioni precancerose della cervice uterina, vengono asportate con asportazioni parziali del collo dell’utero, permettendo alla donna di mantenere inalterate le capacità riproduttive.
Infezioni correlate all’HPV
Dopo il tumore al seno il tumore maligno dovuto ad HPV è il più diffuso tra le donne: si stima che ogni anno, nel Nostro Paese, più di 3.000 nuove donne vengano colpite da questa forma tumorale che colpisce il collo dell’utero
Acronimo di Papilloma virus, l’HPV è coinvolto in lesioni iperprolifrative localizzate in svariati distretti mucosali e cutanei, inclusi la vulva ,la cervice ,la vagina,l’ano ed il rivestimento della bocca e della gola.
Risulta veramente curioso come il Papillomavirus sia responsabile della manifestazione sia dei condilomi acuminati o verruche genitali (di semplice risoluzione), sia di carcinomi squamosi potenzialmente letali.
Si ritiene che le infezioni da HPV rientrino tra le più frequenti malattie sessualmente trasmesse: si stima che una cospicua parte delle donne (compresa tra il 75 ed il 90%) abbia contratto, almeno una volta nella vita, il virus.
Da sottolineare che, fortunatamente, l’efficienza del sistema immunitari di molte donne è in grado di debellare il virus senza necessità di intervento farmacologico.
Le probabilità che l’infezione da Papilloma Virus non venga debellata in tempi ristretti dal sistema immunitario è fortemente condizionata dal genotipo di HPV contratto e risulta chiaramente più elevata per le varianti ad elevato rischio oncogeno.
Analisi microbiologica
Il virione di HPV è un patogeno privo di pericapside (virus nudo), a struttura icosaedrica: è rivestito da un capside icosaedrico dalle dimensioni di 50 nm di diametro. Il capside, a sua volta, è costituito da 72 capsomeri (12 pentameri e 60 esameri), originanti una protuberanza a 5 punte, con una sorta di nucleo centrale.
Sono due le proteine formano il capside:
• Proteina L1, o proteina maggiore, comune a tutte le varianti di Papillomavirus umano: costituisce l’80% delle proteine del virus. Si ritiene possibile che la maggior parte degli anticorpi venga prodotta proprio contro questa proteina.
• Proteina minore o L2: completa il restante 20%. Non è costante nelle varie forme di Papilloma Virus Umano.
Dalle ricerche scientifiche microbiologiche, si osserva che 7.900 paia di basi costituiscono una singola molecola di genoma virale: il DNA del virus è circolare e covalentemente chiuso.
Il termine Papilloma è composto da un prefisso “papilla”, di derivazione latina, e da un suffisso “-oma”, che letteralmente significa “pustola tumorale”.
I Papilloma Virus, estremamente eterogenei in termini di composizione, appartengono alla famiglia delle Papillomaviridae e al genere dei Papillomavirus.
Esistono numerosi ceppi di Papilloma Virus: ad oggi ne sono stati identificati oltre 120, ma si presume che il numero di genotipi sia in continua crescita. Tra gli oltre 100 sierotipi di Papilloma virus scientificamente isolati, è stata effettuata una classificazione in 16 gruppi, distinti con le lettere dell’alfabeto greco comprese tra la A e la P. Più precisamente, questi virus sono classificati sulla base di più fattori:
Inoltre, il Papilloma Virus sono catalogati in funzione del sito d’azione: alcuni esercitano il proprio potere patogeno a livello della cute (prevalentemente HPV di tipo beta), altri sono specifici per arrecare danno alle mucose (HPV alfa).
I genotipi di Papilloma Virus Umano sono altresì classificati in tre livelli, in funzione del possibile rischio oncogeno:
• Alcuni tra i genotipi HPV ad alto rischio oncogeno sono HPV 13, HPV 16, HPV 18, HPV 31, HPV 33, HPV 35, HPV 39, HPV 45, HPV 51, HPV 52, HPV 56, HPV 58, HPV 59, HPV 68, HPV 73, HPV.
• Gli HPV 26, 53 e 66 sono catalogati come “genotipo a probabile alto rischio”
• Gli altri genotipi HPV, in particolare il 6 e l’11 (i più diffusi), presentano un bassissimo rischio di degenerazione in tumore: si tratta, infatti, dei genotipi coinvolti nella formazione dei condilomi genitali
Fortunatamente, la stragrande maggioranza dei virus appartenenti alla famiglia delle Papillomaviridae non arreca lesioni pericolose od allarmanti, basti pensare alle verruche cutanee che, per quanto fastidiose, non rientrano certo tra le lesioni dermatologiche gravi. Tra i papilloma virus, tuttavia, una ristretta minoranza è imputata di indurre una trasformazione maligna delle cellule coinvolte, dunque tumore, specie a livello del collo dell’utero, dell’ano, dell’esofago,della laringe e del cavo orale.
In ambito oncologico il sierotipo responsabile del maggior numero (53.5%) di carcinomi della cervice uterina attribuibili al papilloma virus umano; il contributo aggiuntivo dell’HPV 18 e del 17,2%: come anticipato, HPV 16 ed HPV 18 sono quindi responsabili, da soli, di oltre il 70% dei carcinomi della cervice uterina attribuibili al papilloma virus umano.
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